TECNO
EMULSIONE AL BROMURO D'ARGENTO

GRUPPO R. NAMIAS
TECNICHE STORICHE

II Gruppo sarà presente al Congresso di Fiuggi con la mostra collettiva "Antiche tecniche fotografiche" e nei giorni 29/30 con una pedana sul tema.



L'emulsione agli alogenuri d'argento fu inventata nel 1871 da Richard Leach Maddox. Con l'entrata in commercio, nel 1885, della carta da stampa e della pellicola, su supporto di nitrato di cellulosa nel 1889, si aprì la strada, con il procedimento di sviluppo e stampa B/N alla fotografia moderna. La preparazione di una emulsione, adatta ad ottenere stampe per ingrandimento diretto da negativi moderni, è una operazione che richiede pazienza e precisione, ma non è impossibile. Le fasi della preparazione di una classica emulsione fotografica sono:
Precipitazione, Maturazione, Lavaggio, Digestione, Additivazione, Stesa. Tralasciando, per motivi di spazio, le caratteristiche fisiche dell'emulsione, vediamo la preparazione nel dettaglio.

Materiale occorrente:
· becher da 300 cc
· becher da 200 cc
· becher da 3.000 cc
· cilindro graduato da 100 cc
· cilindro graduato da 10 cc
· 3 contenitori resistenti alla temperatura di 70° C con volume di 5/7 litri
· imbuto
· garza compressa trama da 1.5 mm
· carta da filtro tipo rapido
· resistenza scalda acqua termostatata
· bilancia
· termometro di precisione
· guanti
· luce di sicurezza inattinica

Formula per emulsione positiva rapida di tipo neutro:
A)  acqua distillata 50 ml
 gelatina* 5g
 bromuro di potassio 18 g
 ioduro di potassio sol. 10%  2 ml
B) acqua distillata 175 ml
 nitrato d'argento 18,5 g
C) gelatina secca* 25 g

* La gelatina più adatta è quella prodotta per emulsioni fotografiche, ma è di difficile reperimento. È ugualmente adatta una gelatina semi dura per microbiologia, che abbia un tenore di zolfo attivo da 30 a 75 mg/kg (tiosolfato di sodio o tetrationato di sodio).

Si può anche usare una gelatina alimentare chiamata "Qualità Oro".


Preparazione della Soluzione A:

Fare rigonfiare 5g di gelatina in 50 cc di acqua distillata fredda per 15 minuti; alzare la temperatura portandola, a bagnomaria, sino al punto di fusione (circa 40°C); aggiungere 18 g di bromuro di potassio, mescolando fino a completa dissoluzione; aggiungere 2 ml di una soluzione di ioduro di potassio al 10%.

Preparazione della Soluzione B:
Sciogliere 18.5 g di nitrato d'argento in 125

 

cc di acqua distillata; portare il volume a 175 cc, aggiungendo ancora acqua distillata. Questa soluzione macchia abiti e mani in modo quasi indelebile (le macchie si rivelano soltanto dopo qualche tempo di esposizione alla luce), è velenosa, trattare, quindi, con cautela e non disperdere in discariche urbane o nell'ambiente.

Preparazione della Soluzione C:

Gelatina secca: 25 g.

Precipitazione:

Occorrono tre recipienti contenenti: il primo acqua a 70° C, il secondo acqua fredda, il secondo acqua a 45° C.

Versando la soluzione di nitrato d'argento nella gelatina contenente il bromuro di potassio si forma l'alogenuro d'argento di colore bianco che rimane disperso in sospensione.

Per mantenere la temperatura del primo recipiente può essere utilizzata una resistenza tipo quella per scaldare l'acqua del tè in bicchiere. Il terzo recipiente può essere mantenuto alla temperatura di 45° C aggiungendo di tanto in tanto l'acqua più calda del primo recipiente.

Si pongono i becher, contenenti la soluzione A e B a bagnomaria nel contenitore a 70° C e si porta la temperatura a 70° C (fare attenzione a non contaminare mai la soluzione B con quella A attraverso il termometro di vetro).
Da questo punto in poi le operazioni dovranno essere svolte con la luce di sicurezza rossa o giallo-verde. Versare nel tempo preciso di 1 minuto la soluzione B nella soluzione A, mescolando continuamente con una bacchetta di vetro. l'alogenuro d'argento precipita e i cristalli iniziano a formarsi in una soluzione concentrata di alogenuri solubili, nella quale l'alogenuro d'argento si scioglie meglio che in acqua pura. La soluzione diviene bianco latte. La gelatina, anche se molto diluita, provvede a proteggere i cristalli di alogenuri di argento che si stanno formando.

Maturazione:

Portare la temperatura rapidamente a 45° C, trasportando il becher nell'acqua fredda; aggiungere la·parte C·(gelatina secca), mescolando sempre. Continuare la maturazione per 15 minuti a 45° C nel terzo recipiente.


L'emulsione viene raffreddata e continua la maturazione in frigorifero.

Raffreddare rapidamente il becher nell'emulsione di acqua fredda e riporlo in un sacchetto nero (quelli che contengono la carta fotografica sono l'ideale. Sigillare il sacco con del nastro adesivo e metterlo in frigorifero alla temperatura di +2°+7°·C per l'intera notte.

Lavaggio:

Il giorno seguente la gelatina dovrà essere lavata per eliminare i residui di bromuro di potassio che si saranno formati.

Alla sola luce di sicurezza si ponga l'emulsione ormai rassodata, dandole la forma di una palla su di una pezza di garza. La garza deve avere la trama di 1,5 mm.



Si metta la palla di emulsione sommersa nel becher da tre litri, pieno di acqua fredda, e si torca la garza fino a farne uscire delle sottili fettucce.

 

Venga cambiata l'acqua 5 volte, mantenendo, ogni volta, le fettucce a bagno per 5 minuti, agitando continuamente e lasciando decantare la gelatina fra un lavaggio e l'altro.


La gelatina ormai rassodata viene ridotta in fettucce e lavata per eliminare l'eccesso di ioduro di potassio, di bromuro di potassio e di nitrato di potassio che si sono formati.

Si scoli l'acqua dalle fettucce di emulsione.


Dalla gelatina ora pronta viene eliminata tutta l'acqua in eccesso e poi segue la successiva fase di digestione e additivazione.

Digestione:

Si rifonde l'emulsione a 55° C per 60 minuti, dopo avere aggiunto 10 g di gelatina fusa in 40 ml d'acqua distillata e 1 ml di una soluzione all'1% di bromuro di potassio. Si può anche aggiungere un tensioattivo anionico e un plastificante (10 cc di glicerina e 10 cc di alcool etilico assoluto).
L'emulsione ora è pronta per la stesa o per la conservazione in frigorifero.
Dentro un contenitore a tenuta di luce essa si conserva per un discreto periodo.

Stesa:

La stesa può essere fatta per immersione o a pennello.


La stesa viene fatta su carta adatta chimicamente inerte.

Rifondere solo la parte di emulsione necessaria al momento.
Si consiglia di diluire l'emulsione con il 50% di acqua distillata.
Lo spessore dell'emulsione non deve superare 1 mm. Dopo avere ricoperto in modo uniforme il materiale che si desidera (carta, tela da quadri, vetro, P.V.C....) si fa gelificare in ambiente freddo e poi si appende, in un armadio a tenuta di luce, per l'essiccazione. (circa 24 ore).
La temperatura ambiente non deve essere superiore al punto di gelificazione, quindi non oltre i 12° -15° C.
L'esposizione si fa sotto l'ingranditore e la gradazione della carta è adatta alla stampa di negativi piuttosto contrastati di cui garantisce la più dolce resa tonale. Lo sviluppo e il fissaggio sono identici a quelli di una normale carta baritata. È opportuno che il tempo di fissaggio sia almeno tre volte il tempo necessario alla gelatina per diventare trasparente.
Il lavaggio deve essere condotto a fondo. È utile un eliminatore di tiosolfato (20 g di sodio solfito in un litro di acqua)e un induritore prima del lavaggio, se condotto oltre i 20° C.






F. Amerio